In memoria del pastore-pittore Costantino

Quando lo vidi nella bara ben vestito come non si era mai avuta la possibilità di vederlo, neppure in qualche sagra paesana di Pozzomaggiore o di Mara, tanto era sempre trasandato, pensai che c’era voluta proprio la morte ad averlo potuto vestire a festa!

E lì in quello stesso istante presso la sua bara mi vennero alla mente le parole della preghiera liturgica che, per l’inumazione dei defunti, recita così: “Ti accolga il coro degli angeli e possa tu avere con Lazzaro, povero in terra, il riposo eterno…”. Davvero che lui, il nostro Costantino Cadeddu, possa essere stato accolto con Lazzaro e come Lazzaro nella dimora eterna tra le braccia misericordiose di Dio dopo aver vissuto la sua vita di 37 anni pressoché nello squallore e in un continuo peregrinare tra quel di Mara e Pozzomaggiore. Non lo si vide mai triste data la natura del suo carattere sempre infantile da cui scaturivano una spensieratezza e un ottimismo tali da consentirgli di non serbare mai rancore verso alcuno o verso chi pure avesse potuto prendersi gioco di lui. Ma in quella condizione di vero accattone per di più sapeva bene ironizzare su sé stesso e su quella sua situazione particolare col cantare due canzoni, composte da lui stesso, di cui ricordiamo benissimo i titoli: Su pastore Costantinu e Sa laghinza. Il suo vero talento e ciò che più di tutto lo appagava era però la pittura. Con le sue mani, le sue grandi mani, siffatte in maniera abnorme per il lavoro pesante sostenuto sin da bambino, si cimentava nel dipingere e, pur nel suo piccolo, sapeva dare il meglio di sé creando talvolta delle vere opere d’arte che poteva esporre in qualche mostra estemporanea. Soprattutto a Mara, dove era particolarmente benvoluto, compreso e incoraggiato, esprimeva bene le sue capacità e lì aveva preso parte anche alla tinteggiatura di alcuni murales.
Lo ricorderemo con grande simpatia anche per il suo scorrazzare qua e là per le vie del nostro paese imitando le motociclette. Costantino, pastore-pittore dal cuore buono e gentile, eri fra gli ultimi e i dimenticati su questa terra; ora, vestito a festa in Paradiso, sei annoverato fra coloro i quali hanno primeggiato in umanità e ce ne hanno insegnata tanta!
Per questo non sarai mai dimenticato.

Gigi Usai

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