La Confraternita della Santa Croce di Pozzomaggiore è stata rifondata nell’Anno Giubilare 2000, dopo un lungo periodo di inattività e silenzio durato circa 60 anni. Felice sogno realizzato con grande entusiasmo, poiché già da alcuni anni prima aveva cominciato ad albergare nell’animo del parroco padre Quintino Manca e di alcuni membri attivi della parrocchia. Stante ad alcune importanti testimonianze orali rese dagli anziani del paese l’attività della confraternita era venuta a cessare intorno agli anni 40-45 del secolo scorso, quando gli edifici attigui alla Chiesa di S. Croce, e quindi probabilmente anche l’oratorio, vennero adibiti ad ospedale militare e a dormitori per alcune famiglie di “sfollati” in seguito al II conflitto mondiale. Come attestato dallo stesso decano della Confraternita zio Peppino Deriu (classe 1925), le vesti delle tre confraternite esistenti (Santa Croce, Beata Vergine del Rosario e D’Itria) vennero trasformate in indumenti di assistenza e soccorso. Il medesimo ha attestato che fino a quegli anni l’attività preminente della confraternita era quella di partecipare ai funerali in stretta collaborazione col clero, alle processioni delle feste, oltre che, naturalmente, ai suggestivi riti della settimana santa cui i pozzomaggioresi sono stati sempre molto legati.
In assenza di documenti scritti non si ha data precisa sulla costituzione del sodalizio, ma sicuramente ciò avvenne intorno al 1600, come del resto accadde per molte confraternite della Santa Croce della diocesi di Bosa e della Sardegna. Non è opinabile supporre la loro discendenza dai rami penitenziali dei disciplinati bianchi sorti nel medioevo che si segnalano nell’isola a partire dai primi del 1400. Nelle relationes ad limina dei Vescovi Giovanni Battista de Aquena e Vincenzo Bacallar, redatte rispettivamente nel 1614 e nel 1617, è riportato palesemente che in tutti i 18 paesi della diocesi non esistevano altre congregazioni religiose di secolari se non quelle della Santa Croce, i cui membri indossavano delle clamidi bianche e possedevano una loro chiesa con distinto oratorio.
Un’ammirevole statua di Gesù orante nel Getsemani è custodita presso la sede del nostro sodalizio e reca alla base questa scritta: “offerta fatta dalla signora Porcu Andreana alla Parrocchia di Pozzomaggiore – anno 1914”. Mentre nella chiesa di Santa Croce è presente e accessibile alla venerazione di tutti l’antichissimo e pregevole Crocifisso di ignota fattura; i pozzomaggioresi, che in tono affettivo amano chiamarlo Babbu Mannu, nel passato erano soliti invocarlo per ottenere grazie particolari nei periodi di siccità. La Beata Edvige Carboni (1880-1952), nostra concittadina, amava sostarvi in preghiera e si tramanda che intorno al 1913 ottenne il privilegio di un estatico colloquio.
Don Angelico Fadda (1900-1974) affinato teologo, uomo di grande spessore culturale e profondo conoscitore dell’animo umano, parroco del paese per circa 46 anni, nei suoi discorsi amava spesso sottolineare che nella religiosità dei pozzomaggioresi, oltre all’impronta monastica dei camaldolesi di S. Pietro di Monticleta e degli eremitani di S. Agostino, si connotò sempre, come per natura, un singolare trasporto alla Croce. Tale affermazione sarebbe di fatto priva di fondamento se il Signore non avesse permesso, proprio in questo luogo, la nascita di una gemma tanto preziosa quale la Beata Edvige Carboni, autentica effige della Passione.
Attenti a queste considerazioni, da ultimi servitori nella vigna del Signore possiamo solo dire che in questi venti anni di attività abbiamo cercato di testimoniare innanzi al mondo quanto sia opportuno e importante tributare rispetto, venerazione, adorazione e amore sincero al Cristo Sofferente e Morente sulla Croce. Questo è in sintesi il fine principale che la confraternita si prefigge.
Sperando e confidando nell’aiuto del Signore, ci auguriamo di farne sempre parte con umiltà sino all’ultimo istante della nostra vita. Nei capitoli VI e VII del nostro Statuto Interno vengono contemplati gli “obblighi della Confraternita” e “l’osservanza delle tradizioni”; siamo ottemperanti a tali doveri ben consapevoli che dal serio impegno deriva sempre un buon risultato nella crescita spirituale.
Il sodalizio è composto da 8 confratelli di ogni ceto sociale ed età. Il consiglio è formato dal Priore, dal Vice Priore, dal Cassiere e dal Segretario; l’elezione delle cariche avviene ogni due anni in concomitanza della festa dell’Esaltazione della Santa Croce, il 14 settembre.
Gli appuntamenti annuali, ai quali i confratelli prendono parte in piena sintonia con la parrocchia, sono i seguenti: l’Epifania, le Sacre Ceneri, la Via Crucis per le vie del paese, la Domenica delle Palme, i Riti della Settimana Santa, la Santa Pasqua, la festa del santo patrono San Giorgio, la solennità del Corpus Domini, le feste di San Pietro e di San Costantino, quella di San Nicola di Trullas nella vicina Semestene, l’Assunzione e la Natività della Beata Vergine Maria, l’Esaltazione Santa Croce, la festa della Beata Vergine della Salute, la solennità dell’Immacolata Concezione.
Per la Domenica delle Palme vige la preparazione delle palme con il loro addobbo nel tragitto Parrocchia – Piazza Maggiore e la distribuzione degli ulivi. La confraternita opera inoltre attivamente nella predisposizione dei sacri riti della Messa in Coena Domini, de s’incravamentu e de s’iscravamentu, oltre a partecipare a queste liturgie.
È per noi importante il coinvolgimento annuale di altre confraternite per la festa della Beata Vergine della Salute il 29 Settembre. È consuetudine altresì aderire agli inviti che le altre confraternite ci rivolgono in occasione delle loro festività.
È immancabile la partecipazione alla Santa Messa e alla recita del Santo Rosario con i misteri del dolore il 1° venerdì del mese, nella chiesa di Santa Croce. In tali occasioni siamo soliti onorare la memoria dei confratelli deceduti: Pietro Longheu (1913-2005), Antonio Masia (1916-2009), Pietro Calaresu (1953-2019) e Peppino Deriu (1925-2020).
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