In memoria di una sorella francescana

Apparteneva a quella categoria di persone che osiamo definire “semplici” o “semplicione” per la bonarietà e ingenuità, delle quali si direbbe che “non hanno voce in capitolo”. Ma dietro questa sua semplicità e ingenuità si celava una grande nobiltà d’animo.
Maria Antonietta Pinna sorella francescana del terz’ordine secolare, classe ’46, insegnante di scuola materna in pensione, di tutti quei bimbi avuti come alunni nei suoi 25 anni e più di insegnamento nelle scuole materne di Pozzomaggiore e di Bonorva non ne dimenticò mai uno. Tutti erano stati per lei come figli. Quando capitava di incontrarne qualcuno ormai adulto, chi padre o madre di famiglia e chi no, era una sincera e festosa manifestazione d’affetto.
Il suo chiodo fisso era l’esercizio della carità a tutto campo.
Una cristiana di serie A. Di quelle che mancheranno tanto alla parrocchia.
Se talvolta, in seno alla fraternità francescana, anche da ministra, ebbe a manifestarsi irata o polemica fu perché forse ebbe a riscontare attorno a sé tiepidezza e scarso entusiasmo nell’ideale francescano.
Non di rado, all’uscita della messa parrocchiale, chiedeva umilmente di poter venire con me a portare Gesù nelle Specie Eucaristiche agli ammalati. Era per lei una vera gioia poterli abbracciare e confortare. E questo nonostante fosse sottoposta a grave disagio per il male incurabile che portava dietro da anni.
Se ne è andata quasi in punta di piedi, senza dare troppo disturbo, con la sua Edvige nel cuore.
Ora che, con lei, con San Francesco, con gli angeli e i santi, è associata al Mistero di Cristo, preghi per noi, per la nostra fede, per la fede della nostra comunità e quella della fraternità francescana, ma soprattutto per quella dei giovani innanzi ai quali si prospettano tempi sempre più difficili.

Gigi Usai

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Relazione del Sindaco sull’approvazione del Bilancio 2010

Ancora una volta, l’ultima del quinquennio del nostro mandato, siamo convocati per deliberare l’atto più importante del percorso amministrativo contabile che, nell’anno, deve compiere il Consiglio Comunale. Atto che dà l’impronta economica all’azione amministrativa e di governo per tutto l’esercizio finanziario.
Appena insediati nel 2005 dopo i rituali brindisi pieni di entusiasmo, abbiamo messo in moto le macchine della voglia di fare e di dare. Nel corso di questi anni abbiamo dedicato ogni ora delle nostre giornate per amministrare al meglio il nostro comune, per portare a compimento il programma amministrativo pensato e condiviso, per regalare ai pozzomaggioresi, al territorio, al futuro del nostro paese, ai nostri figli, agli anziani, tempi migliori, spianare la strada ai nostri figli per consentirgli di studiare e di trovare un lavoro, al nostro Pozzomaggiore per rendergli di nuovo quel ruolo di centralità, di riferimento e leadership che aveva un tempo quando l’economia girava bene, il commercio fioriva, le botteghe artigiane erano aperte, gli emigrati mandavano soldi preziosi; e non come accade oggi che siamo costretti noi a mandare soldi ai nostri emigrati.
Pascoli fertili anche oggi, integrati allora da colture sistemiche oggi non più, rotazioni di aziende qualificate, alternanza nella conduzione fra padri e figli e anche nelle botteghe artigiane, nelle attività commerciali testimoni padri di plusvalenze nella conoscenza del reddito, di competenze, di buone volontà, di sofferenze, di soddisfazione ereditati da vecchi patriarchi, che a loro volta li avevano avuti dai loro padri.
Purtroppo la catena si è spezzata. Nulla di nuovo si è creato, tutto si è trasformato in un momento negativo ma è anche vero che niente è distrutto. Nulla dovrà andare distrutto di quello costruito dai nostri padri, dobbiamo lottare perché quanto hanno creato venga ridistribuito a larghe mani da noi ai nostri figli, poi grazie al segno più dato da noi stessi ed elevato con la nostra opera alla massima potenza.
Risaldiamo la catena, mettiamoci anelli più robusti che resistano a forze contrarie alle leggi limitative di settore, al freddo, al caldo, alle intemperie, al qualunquismo, oserei dire al menefreghismo, alla indifferenza pressappochistica di chi ci governa a Roma e anche a Cagliari.
“A sas malas pettorras” dicevano i nostri padri, diciamolo e diciamocelo anche noi “svegliati Pozzomaggiore, … lo sai che chi dorme …”. E allora consentiamoci di dormire solo perché il sonno è il meritato riposo per tanto lavoro, pieghiamoci le maniche, svegliamoci, abbiamo delle responsabilità come amministratori, come cittadini, come padri, come mandatari di un impegno assunto.
Abbiamo dimostrato di saper fare, di essere opinati amministratori di un paese che sa spegnere gli incendi, di avere pettorras, di saper risorgere, lo diciamo dopo i tristi fatti del luglio 2009, lo dicono le nostre campagne e le nostre aziende agrarie, lo dicono tutti. Lo diciamo noi perché ci crediamo, lo diremo forte se saremo tutti uniti anche senza ricevere gli improbabili aiuti da parte di mamma Regione o dello Stato centrale.
Facciamo Pozzomaggiore, i pozzomaggioresi sono già fatti; il contrario della più famosa “l’Italia è fatta, facciamo gli italiani”.
E’ inutile considerarci comune attento e virtuoso, amministratori solleciti negli adempimenti, decisi nella fase programmatoria, se poi quella successiva viene criptata da mancati finanziamenti.
Questa relazione farà parte integrante dell’atto di approvazione del bilancio 2010 e compendia quella che dovrà essere l’attività amministrativa che intendiamo svolgere nell’arco dell’anno finanziario 2010 fino alla data delle elezioni per noi e per chi ci succederà. Le cifre esposte ci sembreranno semplici dati contabili, numeri freddi, numeri che noi sapremo trasformare in atti da compiere, in determinazioni, in opere da realizzare, in programmi per il futuro. Stiamo per vivere l’ultimo scorcio di quel mandato affidatoci dai nostri concittadini, che hanno riposto in noi, nella nostra politica programmatica di intervento, quella fiducia incondizionata che noi dobbiamo conservare fino alla fine della nostra legislatura. Fare in modo che oggi e ogni giorno che verrà fino al 16 maggio siano l’entusiasmo dell’8 e 9 maggio di quel 2005, quando abbiamo solennemente assunto l’impegno di governare Pozzomaggiore.
Arrivare all’obiettivo di compiere il programma fino in fondo è il nostro scopo.
I ritardi negli adempimenti di quel programma non dipendono da noi, derivano dalla miriade di leggi che regolano i procedimenti amministrativi, dalle mancate interpretazioni delle leggi, dalla corsa all’accaparramento degli appalti da parte di imprese che poi non risultano essere capaci. Ritardi biblici, visti spesso come ritardi ascrivibili all’amministrazione comunale e che determinano serie diseconomie, ritardano l’esecuzione delle opere e, ciò che è grave, ne impediscono la fruizione nei tempi previsti.
Il fondo unico per il 2010 lo spalmeremo sulle varie attività istituzionali. Come sapete il fondo è assegnato in relazione a due parametri: uno fisso, per tutti i comuni e l’altro in relazione alla dinamica della popolazione. Applichiamo al bilancio trasferimenti che non sono più certi, l’ICI ad esempio è imposto sugli immobili diversi dalle abitazioni principali e sulle aree fabbricabili, i terreni agricoli non sono assoggettati all’imposta, almeno nel nostro comune. Il nostro bilancio di previsione deve necessariamente fare puntuale riferimento a quelle che sono le scelte strategiche dello Stato e della Regione in materia finanziaria per quei trasferimenti destinati ai comuni che, se pure inadeguati, ci hanno da sempre consentito quantomeno di sopravvivere. Purtroppo, il governo e la regione fanno le leggi senza consultare la base, e senza consultarci hanno consegnato ai comuni nuove competenze. Grazie alle molteplici leggi regionali, ai bandi per ottenere finanziamenti ai trasferimenti ottenuti, in questi anni abbiamo amministrato il comune soddisfacendo il quotidiano, le molteplici esigenze della nostra comunità, senza tenere conto del progressivo indebolirsi del valore monetario, a causa anche degli oneri riflessi alle maggiori competenze assegnate, che comportano nuovi ed onerosi investimenti, tipo l’assistenza socio- sanitaria, la cantieristica, e tanto altro ancora. La situazione contingente ci mette davanti ad una realtà dura da accettare, fermata da farraginosi iter legislativi, ed evidenzia l’impossibilità di accesso al credito, tarpando le ali alla capacità di indebitamento.
La progettazione integrata, i POR 2007 – 2013, il CIVIS e altro ancora sono in sonno.
Giovani pronti a regalare professionalità che non possono scendere in campo e dall’altra, persone con esperienze maturate in tanti anni di lavoro, che ormai hanno dato tutto e non possono andare in pensione.
Fabbriche fantasma, operai in mobilità (mercoledì 17, alle 10.15 tutti insieme con i sindaci del Mejlogu e quelli del paese di Villanova, manifesteremo a Porto Torres sotto la torre aragonese per sostenere la lotta degli operai dei poli chimico metallurgici di Porto Torres, Ottana e Portovesme. Ormai purtroppo non si vedono più nuove iniziative imprenditoriali, è in atto la fuga dalle campagne, famiglie che sopravvivono ancora grazie a ore di lavoro nero o dalle pensioni dei parenti anziani, l’euro che non paga, la prepotente insinuazione di realtà commerciali, in particolare orientali, che portano veramente a fare un’analisi alla situazione globale e a trarne le conclusioni, è una tragedia.
Lavoreremo per rivalutare l’economia agro – pastorale, non imporremo sicuramente nuovi tributi e nuove gabelle, non possiamo e non vogliamo spremere un contribuente già allo stremo; lo faremo, casomai, combattendo severamente l’evasione come già facciamo da anni, realizzeremo economie di scala, eviteremo inutili sprechi, ma a tutto campo continueremo a bussare per ottenere finanziamenti, programmeremo interventi mirati perché sia assicurato non solo il quotidiano.
I comuni devono avere entrate forti e certe, che consentano loro di gestire bene la cosa pubblica, che tengano nella giusta considerazione le nuove esigenze derivanti dalla puntuale applicazione delle leggi in materia di attività amministrativa degli enti, di nuove e sempre più onerose competenze assegnate dalla Regione e dallo Stato.
Dobbiamo gestire l’assistenza, le scuole, curare la salute pubblica, l’ambiente, la viabilità interna e rurale, dobbiamo effettuare tutti quegli interventi che senza i necessari trasferimenti statali e regionali andranno a penalizzare persone che vivono nel disagio, che aspettano almeno l’indispensabile: dobbiamo promuovere l’agio dei cittadini. Dobbiamo assumere posizioni forti, chiederemo con insistenza i necessari fondi, sapremo pesare sapientemente la farina nel sacco.
Un bilancio pensato il nostro, che fissa parametri obbligatori, lasciando poca libertà di scelta, puntuale applicazione delle rigide direttive in materia di contabilità generale dello Stato.
Un turismo sostenibile: ecco il nostro sogno premiante, che dovrà riportare Pozzomaggiore in auge, far conoscere la nostra storia di ieri e di oggi, sviluppare le attività produttive, artigianali, di allevamento e commerciali, ecc. Investiremo sulle manifestazioni culturali, religiose e folkloristiche, lo faremo in sinergia con in comitati e le associazioni culturali e insieme agli altri comuni del circondario. La formazione dei nostri giovani, al lavoro, alla vita, alla scuola, al domani, saranno oggetto di attenzione particolare perché essi saranno la futura classe dirigente. Valorizzeremo la lingua sarda e la cultura locale. Cureremo il verde pubblico, l’abitato, i giardini, le piazze. Abbiamo anche le risorse disponibili per fare ciò. Abbatteremo ulteriormente le barriere architettoniche, metteremo in ulteriore sicurezza gli edifici scolastici, gli impianti sportivi.
Abbiamo presentato una miriade di domande di finanziamenti. A breve partiranno lavori pubblici per oltre 2 milioni di euro. La piscina comunale sarà interessata da nuovi interventi, così le linee elettriche. Stiamo distribuendo i fondi del bando Biddas. Metteremo mano agli ingressi del paese, alle infrastrutture di accoglienza turistica. Discreti risultati dal sistema integrato di raccolta e smaltimento dei rifiuti differenziati, bisogna differenziare ancora. Ci impegneremo nella produzione di energia rinnovabile. Per quanto si riferisce all’assistenza sociale, abbiamo dato il via libera al PLUS 2010, strumento di intervento al sistema intercomunale, nei confronti delle categorie disagiate, della popolazione anziana, dei giovani e delle fasce più deboli: siamo alla fase esecutiva. Una nota di merito va, per questo lavoro, all’assessore dott.ssa Pinna e a tutti i suoi collaboratori. Il PLUS, insieme ad altri interventi, ci consentirà di tenere monitorata la povertà delle famiglie e di quanti cercano dignitosamente di andare avanti. Dei malati mentali, dell’infanzia, delle categorie protette, insomma tutto per favorire il benessere delle persone e delle famiglie che si trovano in situazioni di disagio e bisogno. Inizieranno a breve alcuni cantieri comunali a sollievo della disoccupazione. Monte Rughe, come già ho affermato, è una spina nel fianco, non riusciamo a darlo in gestione così come per il mattatoio. Cureremo di migliorare la qualità delle prestazioni a favore dei cittadini da parte degli uffici. Il chiodo fisso resta la strada di Bosa: finalmente il 19 gennaio 2010 il competente assessorato regionale ai Lavori Pubblici ha emesso il decreto che assegna la somma di 380 mila euro alla Provincia di Sassari individuata capofila per lo studio della fattibilità e per la redazione del preliminare avanzato. Una volta dotati di questo elaborato potremo richiedere i finanziamenti per la costruzione della strada; e di questo mi piace dare una nota di merito all’assessore Cazzari. Impingueremo ulteriormente il parco macchine anche con la collaborazione dell’Unione dei Comuni.
Fra breve si darà il via ai lavori per la rete del gas. Sistemeremo la Chiesa di San Costantino, sarà asfaltata la strada di Mura Uppulos da parte della Provincia che a lavori ultimati la restituirà alla nostra competenza. E’ prevista la costruzione di un canale di guardia lungo tutto il perimetro del cimitero. Completeremo finalmente la rete idrica, sistemeremo le strade esterne con i soldi che abbiamo e grazie ai trasferimenti dell’Unione di Comuni, abbelliremo i parchi e i giardini, sempre che azioni vandaliche come quelle accadute due settimane fa non ce le distruggano. Lo sport e tutto ciò che ruota intorno, sarà un nostro obiettivo. Non ultimo la possibilità di dotare il nostro bellissimo campo sportivo di un manto erboso sintetico. Favoriremo la pratica sportiva in tutte le sue discipline. Il Museo del Cavallo sarà ulteriormente dotato e fra breve accoglierà la collezione lasciataci in eredità dal compianto maresciallo Ernesto Pilo e di altre 22 ceramiche donate di recente dall’arch. Pesarin. Abbiamo concluso e sottoscritto la scrittura privata per la donazione modale del Mulino da parte della famiglia Deriu che ringrazio e sarà visibile nei locali posti a piano terra dei locali di Santa Croce. Svilupperemo il commercio, l’artigianato, la collaborazione con le scuole, sottoscrivendo il Patto per la Scuola, sarà ai massimi livelli, come lo saranno l’attenzione ai problemi della chiesa alla sua offerta formativa. Cureremo di tenere sempre buoni rapporti con la Pro-loco e tutte le altre associazioni. Ripartiremo al meglio le esigue risorse del nostro magro bilancio e favoriremo la gestione intercomunale di altri servizi di primaria importanza insieme all’Unione di comuni Mejlogu, di cui, come sapete, sono presidente.
Signori consiglieri, grazie di quanto avete dato fino ad oggi. Vi invito a continuare e a mantenere sempre vivo quell’impegno solennemente assunto all’inizio del nostro mandato; impegno che con la vostra presenza state confermando a me e a tutti i pozzomaggioresi.
Consentitemi di ringraziare per la collaborazione offerta, tutto il personale dipendente, e tutti i cittadini che con critiche osservazioni e apprezzamenti hanno valutato bonariamente il nostro modo di amministrare in questi cinque anni. E ricordiamolo “Nihil difficile volenti“. Grazie a tutti.

Tonino Pischedda,
Sindaco di Pozzomaggiore

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Il Patto per la scuola, la scuola che vorremo

Indiretti protagonisti. Accompagnati dalle nostre insegnanti, abbiamo per la prima volta partecipato ad una riunione straordinaria del Consiglio comunale di Pozzomaggiore durante la quale il sindaco, geom. Tonino Pischedda. e la preside, dott.ssa Patrizia Mercuri, hanno solennemente firmato il “Patto per la scuola”. Ci hanno fatto sedere in quattro file di sedie per il pubblico dove c’erano, oltre alle nostre insegnanti Minzoni e Pais, il secondo collaboratore della Preside maestro Fara e il prof. Piu, frequentatore dei consigli comunali ed ex insegnante della scuola media. C’erano anche due addetti alle riprese televisive e fotografiche.
A parte qualche piccolo disordine iniziale che ha provocato il rimprovero della vice-preside Minzoni, noi siamo stati abbastanza tranquilli ed attenti e crediamo di aver capito l’importanza dell’occasione e del documento preparato col contributo della scuola e del Comune, in particolare dell’assessore ai servizi sociali dott.ssa Giorgia Pinna.
Per primo, dopo aver dichiarato aperta la seduta, ha parlato il Sindaco affermando che «il piano scuola è un obiettivo prioritario per il capitale umano e intellettuale». Ha poi richiamato il contributo dato dai presidi precedenti, Deriu e Scarpa, e il ruolo determinante avuto nella elaborazione del documento dalla dirigente Mercuri. Il capo dell’amministrazione ha concluso la breve introduzione mettendo in evidenza che il piano territoriale costituisce un impegno a favore della scuola, in cui la formazione armoniosa riesca a combinare il sapere col saper fare.
Successivamente ha preso la parola la nostra preside, seduta alla destra del sindaco, la quale, secondo i nostri rapidi appunti, ha messo in rilievo ciò che fa la scuola per «lo sviluppo culturale del territorio decentrato come il nostro» e che l’ente locale supporta l’azione della scuola.
Occorrono comunque collaborazione e interventi comuni di qualità, in un quadro di «priorità di finanziamenti comunali. Costo o investimento? Quanto costa l’ignoranza?». Ha concluso richiamando l’importanza dei progetti in rete delle scuole e, in particolare, il progetto Comenius che vedrà in azione, oltre alla nostra, scuole d’Inghilterra, Spagna, Turchia. Con la realizzazione dei piani, si andrà incontro ad una trasformazione profonda.
A seguire, la dottoressa Pinna, con l’aiuto del computer, ha illustrato chiaramente il “patto per la scuola”, notando che esso costituisce la prima tappa da estendere anche ai comuni vicini e che tende ad unire le forze per affrontare la vita; razionalizzare la spesa; qualificare l’offerta formativa; far interagire scuola e territorio; utilizzare nel miglior modo i servizi dell’ente; concertare le politiche educative; tener presenti le problematiche e i bisogni degli alunni; aprire a dimensioni europee. Ha quindi passato in rassegna specifici progetti relativi ad ambiente e territorio;educazione alla salute; valorizzazione delle risorse del territorio; potenziamento dell’offerta formativa; progetti “Controcaos” e “Le maschere mutevoli “. Ha affidato la conclusione allo slogan: “Non si fa politica a scuola, ma si fa politica per la scuola”.
L’ultima relatrice è stata la prof.ssa Lucia Pais che, per la prima volta nella storia del comune, ha presentato una sintesi del POF, piano dell’offerta formativa dell’istituto comprensivo di Pozzomaggiore. Partendo dallo slogan introduttivo “La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili”, la responsabile del POF ha fatto riferimento ai vari ambiti ricognitivo, progettuale, organizzativo, valutativo e organico, fornendo tra l’altro interessanti cifre: siamo 103 alunni con 5 sezioni e 13 insegnanti nella scuola per l’infanzia; 164 studenti con 11 sezioni e 27 docenti nella primaria; 120 frequentanti in 8 sezioni e con 24 docenti nella secondaria di primo grado. Utilizzando infine dei prospetti fatti col computer, la professoressa ha illustrato dettagliatamente i vari progetti delle tre scuole ,distinti per titoli, coordinatori e collaboratori.
A noi alunni delle prime medie di Pozzomaggiore e rappresentanti di tutti gli alunni dell’istituto, oltre che un pochino anche dei genitori, piace abbastanza che il Comune e la Scuola si mettano d’accordo e lavorino insieme in modo adeguato. Vogliamo che la scuola esca anche all’esterno e che il territorio entri in vari modi nella scuola; vogliamo conoscerci sempre meglio e avere sempre migliori conoscenze; crescere aperti verso gli altri e verso l’altro, buoni cittadini, sani e pieni di speranze; vogliamo impianti e attività sportive, occasioni di divertimento, ma anche di crescita culturale. Speriamo, insieme con le nostre famiglie, che il patto per la scuola contribuisca a raggiungere molti di questi obiettivi. Eventualmente ci organizzeremo per avere le giuste risposte.

Gli alunni e le alunne delle prime medie

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Equitazione, sport per tutti

L’istituto comprensivo di Pozzomaggiore in rete con l’istituto comprensivo di Bonorva e in collaborazione con l’Associazione Ippica Pozzomaggiorese, ha realizzato un progetto di ippoterapia rivolto a 8 bambini disabili dei due comprensori affetti da patologie differenti.
L’ippoterapia, o equitazione a scopo terapeutico, ha origine empiriche antiche perché il cavallo, con le sue straordinarie doti di sensibilità, di adattamento, di intelligenza è ritenuto, da sempre, “straordinaria medicina”. L’ippoterapia agisce grazie all’interazione uomo-cavallo a livello neuro-motorio e a livello neuro-psicologico.
Il progetto denominato “Pegaso” durato circa 6 mesi, ha coinvolto oltre ai bambini con le loro famiglie, l’istruttrice Federica Merella, la neuropsichiatra infantile Silvia Petretto, e numerosi volontari che hanno coadiuvato l’istruttrice nella conduzione del cavallo e nel sostegno dei bambini non autonomi. Inizialmente i bambini hanno avvicinato il cavallo a terra, imparato a prendersene cura e quindi a strigliarlo e accarezzarlo, inducendo così una stimolazione tattile intensa tramite il contatto con un animale di grandi dimensioni, che aiuta la presa di coscienza e la conoscenza di sé e del proprio corpo. Poi i bambini sono montati a cavallo, cioè su un animale grande e potente, che offre sensazioni di protezione, di autostima e fiducia in se stessi che muovendosi alle varie andature con movimenti ritmici e per questo prevedibili, permette di adattarsi con facilità al diverso incedere. I bambini autonomi al termine del corso sono in grado di montare da soli alle diverse andature, seguendo le indicazioni dell’istruttrice, qualcuno ha persino imparato a portare il cavallo all’aperto e riportarlo nella stalla. I bambini che non sono indipendenti hanno imparato a stare dritti sulla sella, e questo li sta aiutando anche nella deambulazione autonoma. Il cavallo, grazie al suo calore, morbidezza, odore, movimenti regolari, rende questi bambini più sereni e tranquilli, qualcuno si rilassa talmente tanto che spesso si addormenta sulla sella… Oltre il lavoro al galoppatoio, l’Associazione Ippica in collaborazione con l’Associazione Amici di Carlo, per stimolare la socializzazione di questi piccoli cavalieri e amazzoni, ha organizzato un laboratorio dove i bambini sono stati protagonisti nella realizzazione di cartelloni, disegni e insegne che hanno coadiuvato il lavoro al maneggio.
Le due associazioni in collaborazione con l’istruttore della scuola di equitazione del galoppatoio comunale di Pozzomaggiore, Franco Aroni, stanno organizzando una piccola esibizione dove, diversamente abili e normodotati insieme, daranno sfoggio delle loro abilità equestri; questo a sottolineare che l’equitazione è sport per tutti, che può essere praticato da chiunque sia che sia autonomo o che abbia bisogno di un ausilio per farlo.
L’Associazione Ippica Pozzomaggiorese, riconosciuta come centro di riabilitazione equestre, intende proseguire con progetti di ippoterapia individuali o in collaborazione con scuole, altre associazioni o enti locali. Per informazioni 3478274928.

Pietro Piu,
Presidente dell’Associazione Ippica Pozzomaggiorese

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