Il nostro pellegrinaggio a Medjugorje

Eccoci di nuovo qui, davanti al pullman, per un pellegrinaggio particolare dove i fenomeni straordinari sono ancora in atto, motivo per cui, la Chiesa, non si è ancora pronunciata.
Siamo diretti a Medjugorje, piccola località della Bosnia-Erzegovina, dove dal 24 giugno 1981, Vicka, Mirjana, Marija, Ivan, Ivanka e Jakov, sei ragazzi che all’epoca avevano tra i 10 e 16 anni, affermano di aver visto la Vergine Maria, che si è presentata a loro come Regina della Pace.
Nel corso degli anni son stati rivelati loro 10 segreti per ciascuno che riguardano il futuro dell’umanità, il cui corso può essere deviato solo ricorrendo alla preghiera…
Siamo in 43 ma a Fertilia ci uniremo ad un altro gruppo di Alghero per poter riempire un piccolo aereo che ci porterà direttamente sul posto. Malgrado l’afflusso dei pellegrini il centro non si è ancora dotato di un numero adeguato di hotel, per cui sono state trasformate le abitazioni private in pensioni a conduzione famigliare, tipo i nostri agriturismi con orticelli annessi, per cui siamo suddivisi in 3 gruppi distanti fra loro, a discapito dell’organizzazione. Dal primo mattino, ci ritroviamo davanti alla casa di Vicka che, nella propria veranda, sotto un sole cocente, espone i messaggi ricevuti da Maria, e dopo varie preghiere e momenti di commozione iniziamo la scalata nel monte delle apparizioni insieme ad una moltitudine di persone accorse all’apparizione mensile del 2 giugno. Il suolo è ripido e sulla nuda pietra tagliente; dopo 10 minuti arriviamo alla croce che ricorda la prima apparizione dove la Madonna apparve, ma senza parlare loro, perché i ragazzi scapparono dalla paura. Con un po’ di fatica e numerose soste di riflessione arriviamo in cima dove è ubicata una bellissima statua del Cristo e, poco più in la, quella della Vergine nel sito dove per la prima volta parlò ai veggenti. Qui sostiamo con raccoglimento e commozione, seppur fra migliaia di persone, che contemplano la statua e implorano grazie, lasciando foto, lettere, rosari ai piedi del simulacro. Secondo quanto riportato nel terzo segreto dettato dalla Gospa, qui dovrebbe avvenire qualcosa di meraviglioso, che tutti potranno vedere e che confermerà le apparizioni in Erzegovina. Solo l’ora tarda ci obbliga a iniziare la discesa verso la croce blu, per ritrovarci, dopo pranzo, davanti alla Parrocchia di San Giacomo dove assistiamo ad un numero inverosimile di persone in fila per ricevere il sacramento della Riconciliazione. Dietro la chiesa è allestito un maxi gazebo con anfiteatro che può ospitare oltre 40 mila persone e dove vengono celebrate tutte le funzioni internazionali, come la messa nella quale il vangelo è letto in più di 10 lingue, fra cui arabo e cinese. La sera veniamo a conoscenza di un’apparizione straordinaria alle 22 sul monte delle apparizioni. Solo alcuni hanno il coraggio di arrampicarsi nuovamente sul monte e tornano estasiati pur non avendo visto nulla dell’apparizione. I meno coraggiosi guardano alla distanza di circa un chilometro la processione dei fedeli, che con pile raggiungono Ivan formando una fiaccolata che stranamente si trasformava in forti bagliori, spenta completamente al momento della visione. Solo il giorno dopo Ivan riferisce, in un cenacolo all’aperto, che la Regina della Pace gli ha parlato e invitato alla pace, alla preghiera del cuore, al digiuno, alla confessione mensile e alla conversione del cuore. Una Via Crucis nel percorso all’uopo predisposto ha seguito l’ora di incontro; questa è stata recitata con particolare devozione e raccoglimento, grazie alle parole dettate dal cuore del nostro parroco, conclusa davanti alla grande Croce bronzea del Cristo alta circa 4 metri, che da alcuni anni, senza spiegazione logica, trasuda gocce d’acqua dal polpaccio destro; dalle analisi pare siano risultate lacrime umane, che si bloccano solo tre giorni prima di qualsiasi festività mariana. Qui una coda lunghissima di persone in preghiera che aspettano di bagnare dei fazzolettini, convinti dell’eccezionalità del prodigi. Nella lunga attesa, sono ricompensate dal sole che, fronte a loro, gioca a colorare il cielo di rosso, giallo, blu, e che, a detta di alcuni, pulsa e disegna sagome del papa Wojtyla, della Madonna o del Santo Sacramento .
La notte del sabato, una celebrazione unica: in un’atmosfera irreale, nel buio completo, davanti all’esposizione del Santissimo illuminato, un’ora di preghiera silenziosa con le sole note, in sottofondo, di una canzone che invoca lo Spirito Santo; tutti in ginocchio o in piedi dove alcuni, dalla profonda commozione, cadevano in estasi sul nudo suolo, unendosi con lo spirito al Nostro Signore, e rinvenendo solo dopo 20 minuti. Intorno a noi, alcuni scoppiano in lacrime per sfogare sentimenti repressi e l’atmosfera diventa surreale, avvolge di spiritualità tutta l’assemblea e si sente la presenza tangibile di Cristo tra noi. Alla conclusione si riaccendono le luci, si torna con i piedi per terra, ma lo spirito è pieno di gioia e pace. Un’esperienza forte e indimenticabile, che seppur nel nostro piccolo, vogliamo riproporre nella nostra parrocchia con cadenza mensile.
La domenica è dedicata alla scalata del Krizevac, che, per sfuggire alla calura, è iniziata all’alba. Dobbiamo raggiungere la vetta a 560 mt dalla valle, sulla quale è stata eretta una grande croce bianca a celebrazione del 1900° anno dalla passione di Gesù. Il suolo è più che mai scomposto, con pietre appuntite e rocce scoscese e che, man mano che si sale, diventa sempre più ripido. Iniziamo la Via Crucis, armati di bastoni per sorreggerci, con stazioni già predefinite che danno modo di ricomporci dalla stanchezza e spossatezza. Con grande meraviglia, alla terza stazione, veniamo raggiunti da un disabile con stampelle e gambe paralizzate che, con grande fatica e determinazione percorreva la sua via crucis. Noi, che già ci sentiamo sfiniti, proviamo un colpo al cuore per la profonda dimostrazione di fede di Giuseppe. Continuiamo la nostra scalata con maggior fede e spirito di sopportazione e rimaniamo increduli quando ci riferiscono che, quello che sembrava un’allucinazione, è arrivato in vetta, proprio come noi. La foto di gruppo e la preghiera comunitaria concludono l’impresa. Qui, sulla croce, pare avvengano segni straordinari dal cielo quali il roteare del sole, immagini divine formate dalle nuvole, il liberarsi dalla croce di una foschia bianca.
A noi appare straordinaria la presenza di una bancarella proprio sulla cima, dotata di bibite fresche di tutti i gusti. Non capiamo come abbiano fatto a trasportarle sin lassù e anche a prezzo conveniente!! La discesa è più che mai difficile e piena di insidie e solo tra cadute e scivoloni, arriviamo al punto di partenza. La sera abbiamo l’unico momento di svago; una gita a Mostar dove ancora alcuni palazzi riportano i segni dei bombardamenti avvenuti durante la guerra dei Balcani. Ci immergiamo fra le bancarelle e i bazar orientaleggianti e arriviamo al famoso ponte completamente ricostruito con fondi italiani, dove dei coraggiosi baldi giovani si tuffano da circa 30 metri al modico costo di 30 euro a tuffo. Dopo una veloce visita alla moschea e al minareto, ci dirigiamo verso le meravigliose cascate di circa 20 metri, che si trovano nella strada di ritorno.
Ormai il pellegrinaggio è terminato. Prepariamo le valigie e facciamo le ultime compere, fra cui una meravigliosa statua della Madonna che collocheremo in Parrocchia il 18 giugno durante una cerimonia di consacrazione alla quale siamo tutti invitati.
Lasciamo Medjugorje convinti di aver incontrato i discepoli del terzo millennio che da 30 anni, come una madre attenta al destino del propri figli, continuano a ripetere, instancabilmente, le parole e gli inviti della Regina della Pace per la nostra salvezza: “Vi supplico, convertitevi” con la preghiera del cuore sopratutto in famiglia, conversione, penitenza, riconciliazione mensile, digiuno e, pace, pace, pace. Come disse Gesù: “Come Dio ha mandato me, così io mando voi” così cercano di convertire folle immense di pellegrini accorsi a Medjugorje, in cerca della pace del cuore.
Noi, nel nostro piccolo, dobbiamo essere portatori del messaggio di pace anche nel nostro paese, Pozzomaggiore, cercando di trasmettere la gioia e la serenità che abbiamo respirato in questo luogo di preghiera. Pertanto auspichiamo delle iniziative di preghiera e riflessione dove rivivere le emozioni provate in questo pellegrinaggio e stringerci sempre più alla nostra Madre Celeste.

Alcuni pellegrini

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