1981-2011: 30 anni di apparizioni della Madonna

Questo, il trentesimo, parrebbe l’anno clou per le apparizioni Mariane di Medjugorje in Jugoslavia.
Pensando al fatto che da così tanto tempo e QUOTIDIANAMENTE (!), la Madre di Dio scende sulla terra per invitare, guidare, consigliare i figli, non si può fare a meno di notare che questa del 2011 potrebbe essere la data “fatidica”. Perché “fatidica”? Perché all’inizio delle apparizioni in Bosnia Erzegovina, la Madonna ha detto che sarebbero state molto lunghe e sarebbero state le sue ultime apparizioni sulla terra! Non è dunque illecito pensare che si è, forse, giunti al momento in cui la “Gospa” darà l’autorizzazione alla veggente prescelta (Mjriana Draghicevic) di rivelare i 10 segreti che le ha affidato già dal 1983. La chiesa non può pronunciarsi in merito dato che per Diritto Canonico è necessario attendere la fine delle apparizioni per dare “constat” o “non constat de supernaturalitate”.
Senz’altro sarà stata una coincidenza il fatto che io, dopo 20 anni, dall’ultimo mio pellegrinaggio laggiù (il 4°) abbia avuto la grande grazia di poter tornare a calcare quel suolo benedetto. Così, per la quinta volta, mi ritrovo nella “mia” Medj. Una sensazione strana mi porta ad accorgermi, già molto prima dell’arrivo a “casa”, che non riconosco quei posti che per tanti anni ho amato, raccontato, descritto minuziosamente tanto da invogliare più di uno a recarvisi in pellegrinaggio e ritornare estasiato.
Spalato, la città sul mare dove atterriamo con un aereo un pochino sconquassato, mi si presenta come una grande modernissima città, distante anni luce dal 1991 quando la vidi per l’ultima volta.
Man mano che avanziamo verso la meta, anche i paesaggi sono diversissimi da come li ricordavo, anzi, da come li avevo impressi come marchio a fuoco nella mia mente ma, sopratutto, nel cuore. Quando mancano ormai pochi chilometri all’arrivo cerco, con ansia, di vedere in lontananza il monte Krizevac (quello della enorme Croce bianca lungo il quale si snoda il tortuoso percorso della Via Crucis!). Era lui, Krizevac a dare il primo, stupendo, benvenuto ai pellegrini, questa volta… non si vede. Palazzi e costruzioni a non finire ne occultano la vista.
Però, improvvisamente, senza nemmeno accorgerci, ci troviamo dentro Medjugorje!… Il fiato mi si blocca per qualche secondo: sono quì, sono a Medj, la “mia” Medj, quella che tanti anni fa mi ha segnata nel più profondo del mio essere e mi ha fatto conoscere una prospettiva diversa della vita, prospettiva e modo di vivere che ho voluto, da subito, fare miei adottandoli ad enorme beneficio personale e di quanti, da allora, ho avvicinato.
Medj (questo è il nomignolo affettuoso che tutti i pellegrini danno a Medjugorje dopo la prima volta in cui vi si recano!), ha saputo insegnarmi, innanzitutto, la gioia dell’accoglienza; ricordo che appena si udiva in paese il rumore di un motore di pullman, gli abitanti, poveri ed umilissimi, uscivano festosamente dalle loro case con bibite fresche e, abbracciando i pellegrini sconosciuti, li invitavano ad entrare nelle loro umili abitazioni perché si rinfrescassero e si riposassero! Poi, erano pianti, sinceri, fraterni, quando si arrivava al momento del saluto.
Laddove le strade erano polverose, buie (si partiva muniti di torce!), piene di rifiuti (più simili a discariche che a strade urbane!), oggi si trovano lingue d’asfalto dove sfrecciano i taxi che portano i pellegrini al Podbrdo (il colle delle prime apparizioni) e al Krizevac.
Io mi guardo attorno sempre più smarrita e meravigliata: quanto lusso, quanto “cemento”… quanto business!!!
Mi fa male tutto questo perché non riesco a riconoscere quei luoghi che sono stati tanto importanti nel mio percorso spirituale. Tanto commercio (altro che Lourdes!!!) mi disturba e non trovo quella concentrazione che, nei primi anni, arrivava spontanea dentro di me e non mi abbandonava perché niente mi distraeva. Per il primo giorno le sensazioni sono state quelle sopra descritte; fattasi sera, vado a letto con un velo di delusione che mi avvolge e mi intristisce.
Ma Medj non poteva tradirmi! Il secondo giorno inizio, con la partecipazione alle liturgie, a ritrovare ciò che tanto mi mancava: il clima della preghiera, quella vera, quella che la Madonna ha sempre raccomandato: la preghiera del cuore! Inizio, così ad immergermi, nell’atmosfera vera di Medjugorje ed allora ecco, i sensi si acutizzano e inizio a notare tante cose che sino a quel momento, in questo pellegrinaggio, non avevo notato. Accanto a me, nello spiazzo erboso davanti all’altare delle concelebrazioni, un uomo giovane mi colpisce per la sua assoluta assenza da tutto ciò che gli gravita attorno: stava in ginocchio, al momento in cui io sono arrivata, con gli occhi chiusi e dal suo viso traspariva il moto di un dialogo con “qualcuno” che parlava soltanto con lui. E’ rimasto così, in ginocchio, senza muoversi assolutamente, sino al momento della Comunione durante la Messa internazionale, poi, è ritornato e si è rimesso in ginocchio, con la stessa espressione totalmente assorta e noi… lo abbiamo lasciato lì, ancora e sempre inginocchiato! Che grande esempio di preghiera del cuore! Non basta; intorno ci sono tante giovani mamme con bimbi anche neonati; li lasciano liberi di giocare e, nonostante non li perdano d’occhio, pregano con fervore insieme ai loro mariti. Ecco, mi dico, la famiglia come la intende la Madonna!
Ho anche la fortuna di assistere per la seconda volta (la prima fu nel 1991), al “fenomeno” del sole, come si verificò a Fatima. Io non sono mai stata a Medj per vedere o, peggio, cercare, i fenomeni che lì si realizzano spesso; devo dire, però, che avervi assistito mi ha dato ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, la certezza che in quella terra benedetta il Cielo si china costantemente sulla terra. Anche la grande Croce bianca del monte della via Crucis ho visto cambiare colore, modificare la forma per poi ritornare sul suo piedistallo con ancora diversi colori. Andavo a salutare un carissimo amico, Fra Slavko Barbaric! L’avevo conosciuto al mio primo pellegrinaggio nel 1989 ed ho caro il ricordo di una sua foto con me. Ma Padre Slavko era, innanzitutto, il Sacerdote dell’Eucaristia! Le Adorazioni Eucaristiche guidate da lui, duravano anche tre ore; inginocchiati, davanti al Santissimo, ascoltando la sua voce calma, si poteva rimanere anche un giorno intero. Padre Slavko, trasmetteva un amore all’Eucaristia come pochi altri Sacerdoti sanno fare: era questo, evidentemente, il suo carisma.
Ecco, ho ritrovato tutto di Medj, anche il cimitero che ci era tanto caro negli anni passati, dove andavamo a pregare, singolarmente, seduti sulle tombe (ed anche lì, una sera, ho visto dei fenomeni nel cielo per un’ora e venti minuti, cosa che non ha visto la persona che mi stava seduta accanto). Il profumo delle rose questa volta non l’ho avvertito e, se fosse successo, non gli avrei dato peso giacché ora, il paese, è pieno di fiori di ogni qualità, sopratutto rose. Quando lo sentii, nel 1989, di rose non ce n’era nemmeno una per quanto l’occhio potesse spaziare a cercarne; anzi, l’ho sentito, fortissimo, proprio in un tratto di strada pieno di immondizie di ogni tipo, con tanto di mosconi e vespe… davvero, allora il profumo delle rose te lo donava la Madonna!
Quattro giorni sono volati via perché, quando sei in pace, senti la pace intorno a te e cerchi di donarla a chi incontri, non ti accorgi del tempo che passa; il tempo ti lega alla terra, la pace che si prova a Medj ti lega al Cielo e dal Cielo nessuno vorrebbe mai separarsi!
E’ vero, Medj è cresciuta, si è estesa, è diventata più esigente per se stessa e per il pellegrino, ma Maria, nonostante sia sempre al passo con i tempi, non è cambiata: in questi 30 anni è rimasta la mamma che ti aspetta (per questo, prima, dicevo: “arrivare a casa”); Lei è sempre lì, con le braccia aperte ad aspettare i figli che la vanno a trovare, e le sue braccia li riparano anche dal consumismo che cerca, in ogni istante, di allontanarli da Lei. Maria è vera mamma, perciò è anche esigente: vuole l’affetto dei suoi “cari figli” per se, non vuole che loro si perdano nelle strade del mondo e con le cose del mondo, perciò li chiama a Medjugorje e lì, terra scelta dal Cielo, lì più che in altri posti al mondo, prende ognuno per mano per portarlo al suo Gesù!

Mariella Fancello

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