Ammentende Gineddu

Cantos risos umpare a tie
Fidi allegru su mundu intreu
No faghiat mai notte e die
Cando fimisi umpare, amigu meu

(Brundu – Coro di Usini)

Questi due versi fotografano l’amico Gineddu, portatore di allegria, col suo modo naturale di stare con noi, di vivere la vita del coro che considerava la sua seconda famiglia.

Lui credeva nel coro, nello spirito di gruppo, nell’amicizia, ma quella vera, disinteressata, spensierata e priva di secondi fini. La pacatezza, sua dote particolare, lo portava a raffreddare sul nascere i conflitti interni e la sua presenza, nell’associazione, dava una sensazione di sicurezza, insomma, era un porto sicuro, come un padre in una famiglia, e questa funzione gli si addiceva anche perché era il più anziano di età.
Aveva delle ottime capacità canore derivate dalla preparazione acquisita come membro del vecchio coro degli anni ’60 e perfezionate nella militanza con l’attuale in uno dei settori trainanti: quello dei Tenori primi.
Mi piace ricordarlo nelle varie situazioni vissute insieme, dal primo giorno che ha vestito il costume di Pozzomaggiore, al fare curioso che gli dava indossare la berritta, alla volta che si è esibito in chiesa in un assolo con versi da lui stesso composti in occasione del matrimonio della figlia Rinuccia con Mario, oppure qualche tempo prima della sua scomparsa, nel mio ufficio, quando mi propose il contenuto e la tonalità di quelli che sarebbero stati i versi che avrebbe voluto cantare al matrimonio del figlio Pierluigi, o ancora durante il soggiorno a Parigi dove non si sa come, con il suo personalissimo francese (ma proprio suo personale), riusciva a farsi capire da tutti.
Lo ricordo simpatico cacciatore di amaretti, dolce da lui preferito, dei quali non disdegnava fare prudente scorta nelle capienti tasche del gonnellino del costume.
Ho ancora viva la memoria dell’ultimo concerto tenutosi in quel di Bosa alcuni giorni prima della sua morte improvvisa, per l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università della Terza Età. Fu una esibizione di altissimo livello e lui, fra un amaretto e l’altro innaffiato con un bicchiere di Malvasia, affermò che dovevamo cantare sempre così. E noi, caro Gineddu, cercheremo di farlo sapendo che sei spiritualmente con noi e ci segui mentre canti la Gloria a Dio nell’alto dei cieli.
Il 28 ottobre, nel primo triste anniversario, noi del coro ti vogliamo ricordare a quanti ti hanno conosciuto e amato con una grande manifestazione a te dedicata e pregheremo insieme cantando la S. Messa delle 17.00 nella parrocchiale di San Giorgio dove (grazie anche alla disponibilità di Padre Quintino) seguirà un concerto con la partecipazione del Coro Ortobene di Nuoro diretto dal Maestro Alessandro Catte, dal Coro di Usini coordinato dal Maestro Tonino Tedde, dai bravissimi componenti del “Cuncordu Iscanesu” di Scano Montiferro.
Nel corso della serata la figura di Gineddu sarà rievocata da vari interventi degli amici del coro e dal Sindaco Sandro Fara, anche perché è stato assessore nella Giunta presieduta da Gianni Piu.
Grazie Gineddu di essere stato con noi ed in particolare uno di noi.

Tonino Pischedda

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