Nelle celebrazioni religiose si sente il profumo della terra e della cultura

La testimonianza di padre Bastin, ospite per la seconda volta della nostra comunità

Vorrei condividere con voi la mia piccola esperienza nella parrocchia di San Giorgio a Pozzomaggiore. Si è trattata della mia prima esperienza parrocchiale lontano dalle grandi città; come prete, infatti, non sono mai stato nelle piccole comunità di provincia. Quando ho visto Pozzomaggiore ero pensieroso, mi chiedevo che tipo di esperienza avrei vissuto. Vi dico subito che questa parrocchia mi ha fatto aprire gli occhi verso le persone deboli e sofferenti, ed ha accresciuto in me l’interesse per l’impegno pastorale. Parlando con p. Quintino mi sono ricreduto dei mie pensieri e delle mie aspettative iniziali: ho capito la vostra religiosità e le vostre abitudini, che conservano ancora la ricchezza della cultura che avete ereditato.
Quando sono venuto per la prima volta, era la Pasqua 2013, sono rimasto meravigliato da vari aspetti. Prima di tutto la vostra concezione della religione cristiana non è diversa dalla cultura, cioè avete saputo metterle insieme. Posso dire che nelle celebrazioni religiose si sente il profumo della terra e della cultura; e forse per questo voi siete dei credenti autentici. Durante s’iscravamentu sentivo di stare davanti al Crocifisso sul monte calvario; e, poi, il sepolcro di Gesù: in quel momento, mi veniva da piangere. Non ho mai vissuto un’esperienza simile!
Per questo non so a chi, di preciso, rivolgere il mio ringraziamento. Certamente al vostro parroco, ma anche voi che siete i protagonisti di tutto questo; e, la vostra collaborazione e partecipazione non sono di poco conto.
Quando sono tornato a Roma ho raccontato di voi, della vostra accoglienza, della vostra serietà nelle cose di Dio, della vostra partecipazione ai sacramenti, specialmente quello penitenziale. I miei confratelli veramente sono rimasti commossi; e se lo sono stati loro potete immaginare me, che sono stato con voi, ho vissuto tutto in prima persona, ho partecipato con voi ai sacramenti.
L’altra cosa che voglio sottolineare è la condivisione del pasto. Nella nostra società moderna dove diventa difficile anche per la famiglia mangiare insieme, voi riuscite ad organizzare un pranzo che è condiviso con tutto il paese. Per me è una cosa impensabile! Io provengo da una cultura diversa dalla vostra, dove è rimasta la convivenza tra le famiglie, vivono insieme, ma il vostro modo di condividere è diverso; e mi fa ricordare la prima comunità cristiana radunata attorno ai discepoli che condivideva i pasti ognuno secondo la sua necessità. Vi impegnate per cucinare, apparecchiare, servire, e da questo si vede la vostra generosità. Impegnarsi nelle cose comuni, sentirsi felici della felicità degli altri e condividere con loro anche un pezzo di pane. Se tutti i paesi iniziassero a condividere con il prossimo, non ci sarebbe la fame!
Per questo sono ritornato con grande piacere in questo Natale. Ho avuto ancora la possibilità di parlare con le persone anziane e malate. Sono tanti i famigliari che si prendono cura di loro, mentre altre persone si impegnano a portare loro la comunione e dare conforto e sostegno. Tutti rimangono nelle mie preghiere.
Io mi rendo conto che qualcuno sta dietro a tutto questo. Padre Quintino è una persona molta attiva e creativa, lo dico con cuore libero; come un padre ha cura dei figli così egli cura la parrocchia e i parrocchiani. Per me egli è un sacerdote modello nell’attività pastorale, ed anche io voglio fare come lui. Siete veramente fortunati ad avere un sacerdote come padre Quintino.
Ora io vado in missione in Indonesia e l’esperienza che ho vissuto tra voi mi aiuterà ad affrontare le nuove realtà. Io mi affido alle vostre preghiere come io vi ricorderò nelle mie.

p. Bastin

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