Il generale Parpaglia ricordato con un convegno ed una mostra

Il 24 giugno scorso si è svolto, presso la Biblioteca Comunale di Pozzomaggiore, un importante convegno dal titolo “Il Generale Pietro Pinna Parpaglia, un servitore dello Stato“, seguito dall’inaugurazione di una mostra fotografica e documentale su questo grande personaggio pozzomaggiorese.
Il sindaco Tonino Pischedda, nel suo puntuale e articolato intervento, ha tratteggiato il ruolo di rilievo svolto dalla famiglia Pinna a Pozzomaggiore e dal gen. Pinna, sia come comandante di squadra aerea in Africa orientale che come alto commissario della Sardegna tra il 1944 e il 1949. Ha ringraziato per la fattiva collaborazione data all’organizzazione del convegno e alla realizzazione della mostra documentale e fotografica la bibliotecaria Carmela Piu e le collaboratrici Lucia Sechi e Maria Giovanna Pais.
L’assessore alla cultura Anna Marchesi ha ricordato che questo convegno ha avuto un contributo finanziario da parte della Regione Autonoma della Sardegna, ha ringraziato gli eredi Pinna Parpaglia che hanno messo a disposizione documenti e foto che hanno reso possibile la realizzazione della mostra fotografica e documentale, strutturata cronologicamente fin dalla partecipazione del giovane Pietro Pinna alla prima guerra mondiale. Ha illustrato inoltre la selezione delle foto più significative e il ruolo svolto dall’alto commissario della Sardegna.
La relazione scientifica è stata svolta dal chiarissimo professor Manlio Brigaglia, storico e comunicatore, che ha analizzato il ruolo e l’importanza di questo illustre pozzomaggiorese inquadrandolo storicamente nelle vicende storiche nazionali e regionali sia come militare sia come alto commissario. Ha ricordato inoltre nella sua articolata e brillante esposizione il ruolo svolto dal generale Pinna per l’eradicazione delle malaria in Sardegna.
Dopo l’intervento degli eredi del gen. Pinna si quindi proceduto con la visita guidata della mostra che potrà essere visitata nei locali della biblioteca comunale fino a tutto il mese di settembre.
All’importante evento culturale ha partecipato un folto e attento pubblico che ha manifestato apprezzamento e considerazione, atteggiamenti questi che stimolano l’Amministrazione Comunale a proseguire con una programmazione di eventi culturali di sempre alto livello.

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Relazione al conto consuntivo 2010

Ad un anno esatto dal nostro insediamento siamo chiamati ad approvare il rendiconto della gestione economico/finanziaria del 2010.
Il nostro rendiconto abbraccia il riferimento temporale sia dell’Amministrazione precedente per 5 mesi, sia della nostra per 7 mesi.
I dati che andremo ad approvare altro non sono che puri calcoli matematici di interpolazioni algebriche fra entrate – spese, residui attivi e passivi, avanzo di amministrazione che ci danno il risultato di gestione realizzato positivamente anche nel 2010.
E’ il risultato matematico di due momenti uno derivante dalle entrate e spese obbligatorie, ridotte le prime all’osso dal taglio selvaggio dei finanziamenti che lasciano poco spazio alle forbici di intervento causando conseguentemente e in misura esattamente proporzionale la riduzione degli interventi di spesa, l’altro momento, quello variabile, espressione di una politica amministrativa pensata in fase programmatoria e la sua conseguente applicazione sarà possibile in relazione alle entrate realizzate a bando o a sportello o da ricavi per tributi minori per i quali sappiamo che il 2014 segnerà l’ora X dell’obbligatorietà nell’applicazione (il federalismo fiscale).
Ciò comporta difficoltà logistiche nell’iter per far fare passi al programma che, lo confermo, sarà portato a termine.
Se è vero che nella prima parte del bilancio 2010 abbiamo accertato spaventosi segni meno è altrettanto vero che abbiamo dovuto applicarli alla seconda parte del nostro documento finanziario nella misura proporzionale con segno meno.
Siamo riusciti peraltro a non ritoccare le spese per quanto si riferisce ai servizi sociali, agli anziani, alle scuole, alle persone in disagio per le quali sono stati adottati i provvedimenti necessari. E questo nonostante le importanti riduzioni nei trasferimenti statali, regionali e dell’Unione di Comuni.
Il problema è che aumentano considerevolmente le competenze trasferite da parte dello Stato, della Regione, causando sempre maggiori oneri di gestione, con leggi che non consentono aumenti delle dotazioni organiche né passaggio di fondi.
Per non parlare di quanto stiamo subendo a causa delle incertezze sul futuro della nostra economia che sente i ribaltoni di quella regionale e nazionale.
Il riflesso negativo di mancati e decisivi provvedimenti settoriali lo sentiamo nel campo agro-pastorale dove, nonostante l’impegno profuso a tutto tondo dagli addetti, dalle organizzazioni di categoria, dalle amministrazioni comunali, non si riesce neanche a raggiungere un accordo che fissi in maniera compensativa ed esaustiva il prezzo del latte.
Il piano di sviluppo rurale che deve ancora vedere la luce, nonostante le nostre reiterate proteste nelle competenti sedi e durante gli incontri e convegni propedeutici, detta regole decise senza il parere delle associazioni di categoria.
Insomma un non fare che blocca, un qualunquismo che penalizza, un menefreghismo che ferisce, che sta causando la fuga dalle campagne con tutto quello che ne consegue.
A causa di molteplici fattori, non riusciamo neanche a far decollare bene il turismo e non perché non siamo capaci di gestire presenze anche massicce di turisti in quanto abbiamo sufficienti strutture ricettive e della ristorazione, abbiamo i beni culturali, museali ed archeologici, è completa e visitabile nel museo la donazione dell’architetto Pesarin, è esposta la collezione di animali imbalsamati donataci dal compianto m.llo Pilo, circa 200 esemplari restaurati dalla biologa dr.ssa Masia, infine sono esposti i lavori realizzati dagli allievi del corso della lavorazione del cuoio, finita di recente ma da riproporre senz’altro visti i risultati e le opere avute in locazione dagli eredi dello scultore Pietro Paolo Piu.
Stiamo completando la ricostruzione del mulino donatoci dalla fam. Deriu e a giorni sarà visitabile nei locali di Santa Croce .
Inoltre è visitabile la casa natale della Serva di Dio Edvige Carboni, le chiese, i beni archeologici, insomma tutte queste dotazioni che consentono al turista di stare da noi più di un giorno pernottando, consumando pasti e acquistando i nostri prodotti gastronomici ed artigianali.
Possiamo, e se è vero che possiamo dobbiamo fermamente volerlo!
Ci siamo battuti e continueremo a farlo per l’ottimizzazione delle prestazioni sanitarie, l’ambulatorio dei prelievi e diabetologico saranno ulteriormente potenziati e fra breve aprirà quello psichiatrico nella previsione certa dell’apertura della Casa Famiglia e altri necessari ambulatori medici.
Stiamo anche adoperandoci per aprire a Pozzomaggiore un Centro Alzheimer.
I servizi veterinari hanno trovato ospitalità nei rinnovati locali di Via Fontana e altrettanta ospitalità ricevono l’AVIS e il 118 nella Casa Sanna.
La situazione politica generale con il pollice verso alle richieste di provvedimenti per favorire interventi, impedisce di agire nell’auspicata autonomia operativa anche perché, e lo sappiamo bene, abbiamo scelto di rinunciare ad aumentare le tariffe dei tributi locali tenute ai minimi di legge proprio perché consci della situazione economica dei nostri concittadini.
E’ da sottolineare, se fosse necessario, che le scelte dei governi centrale e regionale in materia di politica economica, non sono quasi mai il frutto di accordi preventivi ma somministrate a firme e sigilli apposti.
Tornando al nostro documento siamo convinti di avere iniziato bene, di avere doppiato importanti traguardi, anche se come è naturale non tutto quanto fatto è attualmente visibile ma lo sarà nel risultato finale.
Questa Amministrazione è l’erede naturale del pensiero politico – amministrativo della precedente per averne sposato le direttive e il nuovo modo di amministrare, di pensare dando importanti innovazioni ai metodi di governo e di gestione anche nella distribuzione degli incarichi assessoriali.
E’ positiva la continua presenza sia nella casa comunale e anche all’esterno, oltre che degli assessori e dei consiglieri in carica, di quanti, candidati che non hanno potuto essere eletti, offrono la loro fattiva collaborazione e di questo mi piace darne pubblicamente atto.
Importante è stata la consolidata e ben accetta collaborazione popolare sia con i singoli che con le associazioni, con la parrocchia, con la scuola nei confronti della quale abbiamo sempre avuto una particolare attenzione contestando i provvedimenti impietosi del governo per quanto si riferisce a strutture ed organici.
Dobbiamo considerare che nonostante la professionale capacità degli uffici nel gestire i contenziosi nei confronti di contribuenti inadempienti, troviamo difficoltà nel recupero forzoso anche per la contemporanea e ordinatoria richiesta di pagamenti da parte di società (tipo Abbanoa, Erario, ecc..) che richiedono il pagamento tutto e subito. Evasione che da noi si attesta in minime percentuali.
Voglio auspicare anche la ripresa a breve dei lavori di costruzione della RSA per la quale si stanno risolvendo i problemi che ne hanno impedito la continuità.
Purtroppo non possiamo neanche dire emigriamo in continente o all’estero: a fare cosa?… la fame? E allora creiamo i presupposti per non fare la fame in loco, con coraggio e determinazione.
Appena i penalizzanti patti di stabilità o simili ambigue leggi lo consentiranno daremo i motori a tutte quelle opere pubbliche già finanziate che daranno un po’ di ossigeno alla nostra povera economia.
Ossigeno che stiamo dando con i cantieri edili, del verde e di contrasto alla povertà.
Una Regione che tiene ancora vincolati e rischia di restituire alla CEE i fondi POR 2007/2013, solo per noi mancano all’appello centinaia di migliaia di euro di finanziamenti che abbiamo ottenuto dopo i settimanali viaggi della speranza nei palazzi regionali e che non mancheremo di continuare a fare.
Per non parlare dei cambiamenti imposti alle linee di governo programmate dalle Unioni di Comuni nate per far crescere la qualità dei servizi da distribuire al sistema e penalizzate arbitrariamente perché non più riconosciute nella dignità di enti locali ma solo associazioni di comuni.
I corridoi dei palazzi del capo di sotto sono pieni di sindaci disperati con in mano i secchi per raccogliere il poco latte della mucca Regione e, se vi piace, applicate pure un parallelismo alla situazione del comparto agro-pastorale.
Tutto quello che auspichiamo di positivo per il bene del nostro comune non sarà attuabile senza la collaborazione del segretario, dirigenti e dipendenti del Comune che ringrazio per l’impegno e la continuità offerti.
Noi li ricambieremo concedendo tutto quanto offre la legge a loro favore e altro ancora.
Noi attendiamo sperando in tempi migliori, in un futuro che premi i nostri sacrifici e il nostro impegno per assicurare un futuro alle popolazioni in rincorsa e se ci dobbiamo dare un voto ci diamo il 10 perché la lode la chiederemo nel 2015.
… e ricordiamoci sempre che… nulla è difficile volendo, ma solo se uniti e… Tott’umpare.

Il Sindaco
Tonino Pischedda

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Un ulivo, quale augurio di un futuro ricco di serenità e pace, crescerà insieme ai bambini nati nel 2010

Il 19 marzo, Festa del Papà, in una gioiosa giornata riscaldata dal primo sole primaverile, si è svolta la consueta cerimonia di piantumazione di un albero per ogni bambino nato nel 2010.
Si sono dati appuntamento, accompagnati dagli orgogliosi genitori, dai nonni e dai fratelli maggiori, presso la sala consiliare, i piccoli: Arianna Calaresu, Michela Calaresu, Valentina Casule, Maria Pina Cau, Emanuele Corongiu, Lorenzo Cossu, Rebecca Cuccuru, Giuseppe Devino, Hiba El Abbi, Anna Madeddu, Giada Manai, Alessia Manca, Cristian Manca, Gaia Nuvoli, Daniele Oppes, Federico Raimondo Oppes, Alberto Piga, Francesca Pilatu, Bernardetta Piu, Francesca Rosas, Michela Rosas, Marco Soro, Sofia Soro, Gloria Usai, Giuseppe Usai, Veronica Vacca.
Madrina della cerimonia la dott.ssa Luisa Iervolino, ginecologa, che probabilmente ha fatto nascere la gran parte dei bambini festeggiati.
Il sindaco in apertura ha chiesto ai presenti un momento di raccoglimento per amplificare nella sala l’inno nazionale, quindi ha consegnato a ciascuna famiglia la bandiera italiana, raccomandando di custodirla in casa nel posto più importante, invitandoli ad educare i figli al rispetto per il tricolore, onorarlo e difenderlo sempre.
Ha quindi sollecitato i genitori ad essere premurosi, severi, di far crescere i figli rispettosi, studenti modello, orgoglio per loro stessi, soddisfazione per gli insegnanti, veri amici dei loro compagni, degni cittadini del domani, morigerata futura classe dirigente.
Infine ha augurato ai bambini di poter conoscere i figli dei figli dei loro figli, e di ritrovarsi tutti e 26 il 19 marzo 2111 sotto quegli alberi cresciuti rigogliosi grazie alle loro cure, anche col bastone e le dentiere traballanti.
E’ seguito l’intervento di padre Quintino, che ha sollecitato i genitori ad essere tali con coraggio e determinazione.
In conclusione il sindaco, assistito dall’assessore Gabriella Santona e dalla madrina, ha consegnato le pergamene con la copia dell’atto di nascita, il verbale di piantumazione e regalato un buono fruttifero postale per invogliare al risparmio.
Poi tutti festosamente insieme a Cae, dove dietro la consulenza degli agenti della forestale di Bonorva, sempre presenti, e la collaborazione di Tottoi Mannu, si è proceduto alla piantumazione degli alberi di ulivo, pianta della pace.
L’augurio di una lunga vita, serena, piena di ogni bene di Dio, ha chiuso la manifestazione.

Atteros annos cun saludu trigu e laore.

(a cura dell’Amministrazione comunale)

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Il Consiglio comunale onora il 150° dell’unità d’Italia

Il Consiglio comunale si è riunito in seduta solenne il 17 marzo per celebrare i 150 anni della dichiarazione dell’unità d’Italia. Il sindaco vestiva la fascia mentre tutti i consiglieri portavano una coccarda tricolore appuntata al petto.
In apertura di seduta il sindaco ha cosi esordito: “tra le tante cose giuste e meno giuste fatte dal governo in carica l’avere dichiarato festiva la giornata odierna merita il nostro apprezzamento. Sarà quello odierno un momento di riflessione, di costruttivo dialogo anche nelle famiglie per ricordare i fatti storici che hanno portato re Vittorio Emanuele II a sottoscrivere l’unita d’Italia. Mi piace pensare alla famiglia riunita insieme a tavola che ascolta le note dell’inno nazionale, l’inno di Mameli, che con le sue magiche parole evoca sentimenti profondissimi di amore patrio. Poiché noi qui riuniti siamo una grande famiglia, tutti impegnati a crescere e pensare ai bisogni del nostro paese, per inchinarci ai padri della patria, vivere il ricordo di 150 di storia italiana, e proiettare il nostro sguardo al futuro, dove i nostri figli saranno protagonisti di un’Italia che si apre all’Europa, e che cammina verso il progresso, alziamoci dunque in piedi e con la mano sul cuore ascoltiamo con riverenza il nostro inno”.
Continuando nel suo intervento il sindaco ha esortato perché la carta costituzionale sia vangelo da leggere, osservare e rispettare; ha sollecitato tutti a ricercare, nonostante le difficoltà, il lavoro, creando impresa, mettendo sul campo tutti gli sforzi e gli stratagemmi per trovarlo forti dell’eredita ricevuta dai padri costituenti.
“Il lavoro – ha affermato il sindaco – deve essere una realtà ripagante, sicuro veicolo di crescita, stimolo e miglioramento della qualità di vita. Siamo o no un popolo, forte, deciso? Dimostriamolo, riuniamoci a coorte, in sinergia di azione e di intenti; la Repubblica – ha continuato – è una e indivisibile, con Roma capitale, non vogliamo altre capitali con leghe più o meno leggere che cercano di sostituire quelle già collaudate, con ampolle riempite in fiumi elevati a simboli improbabili di unione fra regioni residuali alla centralità dello stato”.
Il sindaco ha dichiarato ancora che la costituzione ci consente di professare qualsiasi fede religiosa, di manifestare il nostro pensiero a Pozzomaggiore, a Cagliari e a Civitavecchia, anche se provvedimenti poco pensati delle forze di polizia hanno strattonano i nostri pastori mentre insieme, e con determinazione, chiedevano il riconoscimento di un sacrosanto diritto, quello al lavoro.
Lo Stato, da padre, non può non capire il figlio che reclama il pane.
Il primo cittadino ha auspicato una scuola all’avanguardia, fucina per le nuove generazioni, a prescindere dai turbamenti gelminiani, e una partecipazione attiva alla vita politica, con scuole di pensiero e di formazione e con partiti composti da politici onesti e attenti ai problemi dei cittadini.
Spera, in chiusura di intervento, che nella solenne cerimonia che verrà celebrata il 14 aprile gli studenti incrocino nei loro percorsi didattici i temi del risorgimento, esortandoli a riservarsi il diritto di critica, ma di aderire anche con entusiasmo per comprendere la storia del risorgimento attualizzandola.
L’Italia unita lo è dal 17 marzo 1861. A noi tutti il compito di essere italiani uniti in patria e nel mondo.
Nel suo intervento il consigliere Pietro Biosa ha proposto interessanti riflessioni sui 150 anni trascorsi dall’unita d’Italia; ha ricordato i terribili avvenimenti del Giappone e della Libia, auspicando un’amministrazione unita negli ideali patrii, in sinergia per il bene del paese.
Come sarà l’Italia nel 2061? E ancora poi? Spetta a noi gettare sicure fondamenta, cementate dall’essere italiani, ma italiani veri.
Viva Pozzomaggiore, viva l’Italia.

(a cura dell’Amministrazione comunale)

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