Il pellegrinaggio al santuario della Madonna di Valverde

Giovedì 7 aprile grazie all’iniziativa del parroco P. Quintino un pullman con 51 pellegrini di Pozzomaggiore, forse troppo piccolo per poter accogliere tutte le richieste, ha raggiunto il Santuario della Madonna di Valverde ad Alghero, avendo anche il privilegio di essere il primo gruppo organizzato a varcare la porta santa aperta anzitempo dal vescovo mons. Mauro Maria.
Sicuramente già nel passato in tanti dei componenti il gruppo di Pozzomaggiore sono stati a pregare nel santuario di Valverde e sicuramente tutti hanno promesso di ritornarci.
Affidato il nostro viaggio alla Madonna P. Quintino ha illustrato quelli che sarebbero stati i momenti del pellegrinaggio e così, dopo un viaggio di circa un’ora e mezza, abbiamo intrapreso la strada campestre lunga circa 8 chilometri che da Alghero porta alla chiesa. La strada è fiancheggiata da migliaia di alberi di olivo, grande risorsa per l’economia del centro catalano.
Durante il tragitto abbiamo notato che tanti fedeli raggiungono a piedi, in percorsi dedicati, il luogo di preghiera. Improvvisamente appare in tutta la sua maestosa semplicità la chiesetta con l’attiguo convento che era la casa delle suore di clausura e che oggi ospita i frati dell’ordine dei cappuccini, dai quali siamo stati accolti al nostro arrivo nel sagrato.
Alle cinque, dopo la recita del santo rosario e delle litanie, padre Quintino ha presieduto la concelebrazione della messa.
Quindi è stato concesso ai fedeli di baciare il simulacro della Madonna di Valverde, alla quale ognuno ha sicuramente chiesto qualche grazia che la patrona di Alghero non mancherà di dispensare.
Un gustoso gelato sull’accogliente lungomare di Alghero, in un mischiarsi dei molteplici linguaggi dei tanti turisti presenti, e lo stridente fischietto di Padre Quintino, segno del potere temporale nelle escursioni di cui è abile regista, ha chiamato a raccolta la comitiva che nel viaggio di ritorno ha pregato e ringraziato ancora la Madonna per il dono di una giornata serena, piena di gioia e di amicizia.
Di seguito alcune informazioni sul santuario e sulla sua storia, che ho ripreso dall’enciclopedia libera Wikipedia.
Il santuario di Nostra Signora di Valverde (Nostra Segnora de Baluvirde in sardo, Nostra Senyora de Vallverd in algherese) sorge nell’omonima località rurale situata a sette chilometri da Alghero, ai piedi di un costone roccioso. Da diversi secoli il tempio è legato alla storia della città sarda.
La storia dell’origine del santuario presenta delle oscurità, e mancano dati precisi su alcuni passaggi che sono avvenuti. Forse in epoca medievale la zona ha visto la presenza di eremiti che hanno costruito delle chiesette, di cui si conserva qualche traccia. La statuetta della Madonna di Valverde è in terracotta e rappresenta la Vergine Maria con il Bambino sulla mano destra. L’origine di questa statuetta, alta circa 40 centimetri, non è chiara, né è chiara la sua provenienza. Secondo una tradizione popolare, la statuetta è stata nascosta sotto terra ai piedi di una colonna presso la chiesetta del Pilar, per sottrarla alla distruzione nel caso fosse caduta in mano di pirati saraceni, che ogni tanto comparivano in zona distruggendo segni e testimonianze religiose e portando via uomini come prigionieri. Dopo un fortunato o provvidenziale ritrovamento la statuetta della Madonna fu posta in una chiesetta detta del Pilar.
Già nel 1400 esiste una tradizione circa l’esistenza di una chiesa nota come Santa Maria di Valverde (Vallvert). L’attuale chiesa risale al 1600 e dedicata precedentemente, pare, alla Madonna della Freccia, e dove è venerata anche la statuetta ritrovata. Col tempo si consolida il titolo di chiesa Nostra Signora di Valverde. Nel 1600 gli altari laterali della chiesa si arricchiscono di quadri: il Martirio di sant’Andrea e San Carlo Borromeo in preghiera (opere di Pantaleo Calvi, pittore ligure operante in Sardegna). Nel 1700 alla chiesa si aggiungono altri quadri come l’Incoronazione di Maria con santa Caterina da Siena, san Domenico e santa Caterina d’Alessandria. Verso la metà del Settecento fu eretto l’imponente altare maggiore in marmo di Carrara, arricchito di intarsi policromi, con colonne tortili appaiate, tra le quali, in alto una nicchia con la statua cinquecentesca della Madonna della Freccia e, più in basso, in una nicchia dentro un’edicola in marmo, la statuetta della Madonna di Valverde.
Nel 1800 la chiesa si arricchì di altre tele, tra cui una raffigurante San Giovanni Battista, san Raffaele, Tobiolo e san Giovanni Nepomuceno. Un altro quadro di questo periodo rappresenta la Madonna del Carmelo e anime del Purgatorio; un terzo quadro raffigura San Dionigi vescovo, san Marco e sant’Antonio da Padova.
In diverse circostanze, nei secoli di storia del santuario, la statuetta della Madonna fu portata ad Alghero per la venerazione dei fedeli e poi con affollata processione riportata nel suo Santuario. La devozione alla Madonna di Valverde è molto sentita, ma si esprime in particolare nel “periodo dei pellegrinaggi”, che comincia con la domenica in albis (prima domenica dopo Pasqua) fino alla prima domenica di giugno, quando si svolgono diversi pellegrinaggi, anche a piedi, da Alghero e dai paesi vicini, molto partecipati dai fedeli. Alcuni pellegrinaggi sono per gli ammalati, con grande dispiegamento di volontari, che rendono possibile un’esperienza di fede e di preghiera. La strada, ora asfaltata, favorisce l’andata al Santuario in auto. Un grande parcheggio può accogliere centinaia di automobili.

Tonino Pischedda

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